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Alfa Romeo Alfa 33 1.3 S 1989 Rosso Alfa 1:18

109,95 €
Tasse incluse
  • Laudoracing
  • Novità Scala 1:18
  • Stampo Chiuso
  • Edizione Limitata
  • Quadrifoglio Verde
Quantità
disponbile

Alfa Romeo Alfa 33 1.3 S 1989 Rosso Alfa 1:18 (Laudoracing LM142D)

L'Alfa Romeo 33 è una vettura prodotta dalla casa automobilistica italiana Alfa Romeo fra il 1983 e il 1995 nello stabilimento di Pomigliano d'Arco, in Campania.

L'Alfa 33 deve il suo nome alla 33 Stradale ed è la diretta discendente dell'Alfasud.

L'Alfa 33, come l'antenata Alfasud, era una vettura che a generose prestazioni coniugava una cilindrata relativamente bassa di soli 15 cavalli fiscali, ciò la incoronò come

l'Alfa  per tutti che avvicinò il pubblico giovanile all'Alfa e che diffuse il virus: molti ex utenti Alfasud e Alfa 33 furono poi felici possessori delle più costose Alfa 75 e Alfa 164.

Sia sotto il profilo tecnologico sia sotto quello commerciale l'Alfa 33 assieme all'Alfasud sono state importantissime per il Marchio del Biscione più di quanto si pensava allora:

ebbero un ruolo fondamentale nell'alfizzazione del popolo, per cui non solo le prestazioni ed un indovinato design, ma anche l'abbordabile cilindrata ne consacrarono il

notevole successo.

L'Alfa 33, disponibile solo in versione a 5 porte (berlina e wagon), veniva assemblata a Pomigliano d'Arco e fu un grande successo: tra il 1983 e il 1995 vennero prodotti

quasi  un milione di esemplari, il che ne fece la seconda vettura più venduta in assoluto nella storia dell'Alfa Romeo dopo l'Alfasud la quale superò il milione di esemplari prodotti.

Nel 1984, con la definitiva uscita di scena delle Alfasud, la gamma della 33 si arricchì delle versioni 1.3 S, 1.5 4x4, 1.5 Quadrifoglio Verde e Giardinetta.

Al momento della presentazione estate 1983 era disponibile in 2 versioni, la 1.3, spinta dal 4 cilindri di 1351 cm³ da 79 CV alimentato da un carburatore doppio corpo lo

stesso delle Alfasud 1.3 SC e la 1.5 Quadrifoglio Oro che però, a differenza della poderosa Alfasud Quadrifoglio Oro da 95 CV grazie ai carburatori Weber bicorpo, aveva un

propulsore più parsimonioso di 85 CV ma altrettanto allegro, in pratica quello che equipaggiava le vecchie oggi molto rare versioni a 4 porte dell'Alfasud Super 1.5, cioè la

motorizzazione di punta della vecchia gamma Super.

Le due varianti della 33 differivano anche per l'allestimento interno ed esterno.

La più ricca Quadrifoglio Oro era riconoscibile per la mascherina color argento metallizzato, gli ampi fascioni neri laterali, i copricerchi integrali, i profili color oro nei paraurti,

gli indicatori di direzione anteriori con trasparente bianco, i lavatergifari anteriori, i rivestimenti interni in tessuto pregiato, il volante in legno e la dotazione più completa.

La 1.3, priva di fascioni laterali, aveva invece la mascherina nera, coprimozzi neri sui cerchioni, i trasparenti arancioni per le frecce anteriori, il volante in plastica,

rivestimenti meno pregiati e una dotazione di accessori ridotta.

Una delle particolarità della prima serie consisteva nel quadro strumenti solidale con il piantone del volante regolabile ispirato vagamente alla Lamborghini Miura.

L'Alfa 1.3 S era simile alla normale 1.3, ma equipaggiata col 1351 cc dotato di quattro carburatori accoppiati, capace di erogare 86 CV.

La 1.5 Quadrifoglio Verde spinta dalla versione da 105 CV del boxer di 1490 cc, anch'esso proveniente dall'omonima versione dell'Alfasud Ti aveva una connotazione

sportiva: paraurti e fascioni verniciati, mascherina specifica, cerchi in lega, bandelle sottoporta, sedili anteriori sportivi con poggiatesta traforati.

La versione 1.5 4x4 berlina derivava dalla Quadrifoglio oro ma era dotata di trazione integrale inseribile manualmente e di motore dotato, nella versione iniziale, di un solo

carburatore doppio corpo con potenza di 84 CV.

Importante (e finalmente di successo) anche la riuscita versione station wagon a 5 porte, denominata Giardinetta.

Disegnata da Pininfarina e dotata di un allestimento simile a quello della Quadrifoglio Oro, la Giardinetta era disponibile nelle versioni a trazione anteriore o 4x4, entrambe

dotate di motore da 1490 cm³ e 95 CV nella versione con due carburatori doppio corpo.

Le versioni a doppia trazione della prima serie venivano carrozzate dalla Pininfarina di Torino.

I consumi di carburante della 33 prima serie, legati al profilo abbastanza corsaiolo degli alberi a camme ed al sistema di alimentazione a carburatori, erano elevati nella

guida veloce.

Il 1986 fu l'anno della maturità per la piccola Alfa 33.

Nell'autunno di quell'anno un intervento di natura commerciale ne cambiò la denominazione da “Alfa 33” in “33”, che si distinguevano per pochi particolari estetici:

le nuove targhette di identificazione cromate, gli indicatori di direzione anteriori bianchi e posteriori con trasparente bianco e rosso anziché arancio/bianco e rosso, la nuova

calandra a maglie orizzontali più larghe e con il nuovo scudetto, i paraurti ritoccati e le sottili minigonne estese a tutta la gamma.

Ma le vere novità erano all'interno, che era stato completamente ridisegnato: la tormentata plancia cedette il posto ad una più convenzionale, dal design lineare interrotto

solo dal compatto cupolino fisso nella prima versione era mobile con il volante della strumentazione, identica a quella delle serie precedenti, ma meglio leggibile.

Cambiava anche il volante, che perdeva il curioso “cuscino” centrale, mentre i rivestimenti e i pannelli porta si facevano più “importanti”.

La gamma '88, razionalizzata negli allestimenti, ma non in alcuni difetti congeniti non era più disponibile il computer di bordo e l'Alfa Romeo Control era a richiesta, 

era composta dalle 1.3 e 1.3 S, dalla 1.5 TI da 105 CV che sostituiva le precedenti Quadrifoglio Verde e Quadrifoglio Oro, dalla 1.5 4x4 da 105 CV e dalle nuove 1.7

Quadrifoglio Verde e 1.8 Turbodiesel, dotata non di un 4 cilindri boxer ma di un 3 cilindri in linea, prodotto dalla VM Motori, derivato dal 4 in linea dell'Alfa 90.

All'inizio del 1988 venne introdotta l'iniezione sul motore 1.7 e la potenza scese a 107 CV dai 114 della Quadrifoglio Verde a carburatori.

Nel 1988, fu anche realizzata una versione ibrida , Utilizzava un motore elettrico asincrono trifase abbinato al boxer dell'Alfasud.

La vettura poteva avanzare spinta dal solo motore elettrico, dal termico oppure da entrambi. Rimase allo stato di prototipo.

Ma nel panorama automobilistico di fine anni ottanta la concorrenza sfornava modelli sempre più evoluti stilisticamente, specie nel segmento C, quello cioè delle vetture

dette medio-inferiori o compatte: nel 1988 fecero la loro comparsa la Fiat Tipo e la Renault 19, e l'anno seguente furono rinnovate anche la Peugeot 309, la Volkswagen Golf

e la Rover serie 200, che assunsero tutte un tocco più "anni novanta".

Pertanto, nell'autunno del 1989, anche l'Alfa 33 venne sottoposta a un sostanzioso restyling, che la omologò al nuovo family feeling introdotto dalla 164.

Nella seconda serie, le cui vendite iniziarono nel gennaio 1990, vennero modificati: lo sterzo ora dotato di servo comando ad eccezione della versione 1.3V, il frontale

completamente nuovo, spiovente e con paracolpi più avvolgenti, la coda allungata, alta e tronca e dotata di nuovi gruppi ottici simili a quelli della 164 che la attraversano

trasversalmente, le maniglie delle porte, gli specchietti retrovisori ed i gocciolatoi.

Gli interni, già completamente ridisegnati in concomitanza col face lifting del 1988, non vennero modificati se non in pochi particolari e nell'impiego di nuovi materiali e rivestimenti.

Laudoracing da sempre attenta alla produzione italiana degli anni 70/80 ci delizia nuovamente con questo bellissimo modello in scala 1:18

Stampo chiuso, ruote fisse non sterzanti, edizione limitata

LM142D
5 Articoli

Scheda tecnica

Produttore
Laudoracing
Scala
1:18
Tipologia
Auto Sportiva
Colore
Rosso
Anno
1986
Edizione Limitata
350 pz
Casa Costruttrice
Alfa Romeo
Materiale
Resina Senza Parti Apribili
Contenitore
Scatola Antirottura
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Alessandro D. pubblicato il 18/09/2023 in seguito ad un ordine del 11/09/2023

5/5

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